venerdì 5 giugno 2009

Lavoro giusto

Sul pietroso e solitario Monte Sinai, il Signore diede a Mosè le Tavole della Legge perché ne diffondesse la conoscenza e che, attraverso il loro rispetto ci fosse rispetto tra gli uomini. Ma forse non fu colpa di Eva se molti peccati alimentati dall’avidità ,continuarono. Con il tempo ,di essi ne rimase uno solo , apparentemente non il più grave ,ma il più terribile per le sue conseguenze sociali e, nelle sue varie forme il più diffuso di tutti :il rubare .Rubare la vita togliendola agli altri con l’omicidio,la violenza ,il terrore , la guerra, rubare l’innocenza e la fiducia con lo scandalo , rubare la giustizia con false dichiarazioni e testimonianze , rubare i bisogni delle famiglie attraverso un’ingiusta mercede a chi lavora ,rubare il lavoro e con esso la dignità del lavoratore , pensiamo ai precari , alle casse integrazione (finchè durano ) ,ai licenziamenti . Per quest’ultimo caso , l’uomo economico che si sostituisce all’uomo ( come se nella vita l’economia fosse tutto ) , trova mille giustificazioni ma in realtà c’è una sola spiegazione :l’arbitraria ripartizione della ricchezza , che proviene dai frutti del lavoro , la ricchezza non intesa come danaro, ma potere , potere decisionale , potere di scelta, potere di possedere .Come si possono giustificare grandi guadagni azionari , redditi da capitale con tassazioni modeste o nulle, stipendi centinaia di volte più alti di quelli dei lavoratori (di qualunque lavoro si tratti ), senza voler cercare una soluzione che tenga conto dei bisogni di tutti ?Forse c’è un errore di fondo , forse c’è bisogno di una revisione profonda di questo dono che è il lavoro , in modo che attraverso di esso, compagno della nostra vita, la società tutta possa goderne i frutti senza guerre sociali. Lavoro giusto piuttosto che giuslavorismo .

Alberto Dafarra
Maggio 2009

1 commenti:

ACLI Lombardia ha detto...

A livello di una società, anche ristretta, si verifica quel fenomeno che, a livello planetario, crea le disuguaglianze tra i popoli. Il 20% degli uomini possiede l'80% delle risorse. Ciò è destabilizzante e l'ordine solo con la forza può essere imposto. Ma fino a quando? finché i livelli di forza non si invertono? sarà così anche nei nostri microcosmi nazionali, sociali?
Vittorio Ziliotto

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